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Burma. L’arte di Sawangwongse Yawnghwe fra Birmania ed Europa. 

La mostra, curata da Max Seidel e Serena Calamai, in programma dal 21 settembre al 3 novembre nelle sale del Complesso monumentale di San Micheletto, presenta una selezione di oltre sessanta opere dell’artista, dedicate all’aspro e interminabile conflitto tra tirannide e democrazia che coinvolge la Birmania da oltre mezzo secolo. Sawang rappresenta i disastri della guerra attraverso immagini simboliche, ispirandosi a Goya. 

L’arte di Sawang, attivo sulla scena internazionale con esposizioni a Taiwan, in Germania, Stati Uniti, Israele e Olanda, diventa testimone delle sofferenze dei popoli oppressi. Questa mostra ne raccoglie alcuni esempi di straordinaria potenza, in cui l’autore riesce a plasmare in linguaggio figurativo la profonda essenza storica del dramma burmese: da una parte la battaglia pacifica dei monaci buddhisti, dall’altra la violenza della giunta militare.

Oltre ai lavori dell’artista ispirati dalla storia politica del suo paese d'origine, l’esposizione dedica ampio spazio a un ciclo di opere in cui Sawang riflette su importanti temi della pittura europea moderna, confrontandosi con la nostra tradizione culturale da una prospettiva distante dal punto di vista spaziale ma intensamente sentita, che aggiunge profondità alla sua opera. Una parte della mostra ospita una selezione di lavori che esplorano il passaggio dalla figurazione all’astrattismo, traendo ispirazione da "Le Chef-d’œuvre inconnu" di Honoré de Balzac, e altre opere che riflettono il grande conflitto tra arte e vita, descritto da Émile Zola ne "L’Œuvre" nel 1886.

La mostra è visitabile dal martedì alla domenica con orario 10:00 / 18:00.

Ingresso gratuito sabato 12 ottobre in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani).

Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
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